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La Storia della coppola

Negli ultimi anni le coppole sembrano aver conosciuto una grande rinascita, anche grazie alla serie TV “Peaky Blinders”, diventando un'icona della moda in tutto il mondo. Spendiamo allora due parole su questo elegante copricapo: le prime tracce del flatcap si trovano nell'Inghilterra settentrionale nel XIV secolo, quando era conosciuto come bonnet, nome con cui è ancora chiamato in Scozia, (bunnet) .   

In Galles è conosciuto come Dai Cap, mentre in Irlanda come Paddy Cap. Nel 1571, per stimolare il consumo domestico della lana, un atto del parlamento inglese obbligava tutti i maschi dai 6 anni in su, ad eccezione dei nobili e dei laureati, a indossarla la domenica e i giorni festivi, o pagare una multa di tre centesimi (0,75 penny, o circa £ 0,008) giornalieri. Sebbene questo non fosse più obbligatorio nel 1597, il flatcap era diventato un tratto distintivo della working class. Solo nel XIX secolo le versioni più raffinate del flatcap divennero un un must dei gentiluomini di campagna della upper class, al punto da diventare uno status symbol. Ciò portò agli anni '20, quando questo tipo di copricapo divenne il più indossato da persone di qualsiasi classe sociale nel Regno Unito. Nel frattempo si diffuse su larga scala negli Stati Uniti dove è conosciuto con il nome di Driving Cap, in Nuova Zelanda è chiamato Cheese-Cutter, e nel Sud Italia con il nome di Coppola (scoppola in altre parti), inizialmente acquistato quasi esclusivamente da militari britannici . In italia arrivò nei primi anni del XX secolo, grazie ai ricchi investitori inglesi che in quel periodo sbarcavano in massa in Sicilia in cerca di fortune, venne fin da subito adottato dalla popolazione locale, che lo fecero diventare un vero e proprio simbolo di quelle zone; il termine coppola pare derivi dalla tipica forma a coppa o a cupola che caratterizza la parte superiore del cappello, ma non c'è nulla di certo. Dopo la Sicilia fu anche la Sardegna ad appropriarsene, ribattezzandola berritta, tutt’oggi molte persone anziane la indossano senza farne certo una questione di moda o di stile. E' un capo splendidamente casual da indossare in particolar modo nel periodo autunno inverno.    

Certo, un capo così iconico non poteva che avere un vasto successo anche nella cultura popolare. Strettamente connesso alla classe operaia divenne l'iconico copricapo del personaggio dei fumetti Andy Capp, oltre ad essere ben riconoscibile nelle serie TV "EastEnders" e "Only Fools and Horses" e nel film di Quentin Tarantino “Jackie Brown”. Viene spesso indossato anche dal cantante degli AC/DC Brian Johnson, così come da personaggi iconici come David Beckham, Guy Ritchie e il Principe di Galles. Un must anche sugli spalti degli stadi, fu ed è tuttora indossato da skinhead, casual e fan comuni, ma non solo: a dimostrarne l'estrema duttilità il flatcap è ormai un capo iconico sui campi da golf. Come detto all'inizio, le coppole sono tornate in voga grazie alla serie “Peaky Blinders” in cui i membri della gang nascondono una lametta all'interno del copricapo, così da poterla utilizzare come arma.   

La coppola si è fatta strada attraverso i secoli e anticipando le mode, senza mai farsi trovare impreparata nel passare del tempo. Nel corso degli anni Three Stroke si è divertita ad esplorare la vasta tradizione dei copricapi britannici e irlandesi collaborando con un'azienda italiana a conduzione familiare specializzata in cappelli di alta qualità. Per questa stagione AI21 si è concentrata su due stili di cappellini: “Modern” e “Arthur”. "Modern" è un classico duckbill (becco d'anatra) la cui visiera ha per l’appunto la forma del becco d'anatra. Questo cappello si è sviluppato nel design dai flatcap britannici nel diciannovesimo secolo, ed è simile a un cappello Ivy ma con una forma più snella e probabilmente più contemporanea. L'"Arthur" è invece un newsboy otto pannelli (o anche gatsby) Questo cappello prende il nome dalle persone che lo indossavano: gli strilloni, i ragazzini agli angoli delle strade che vendevano giornali nei primi anni del ‘900. Molti “newsboys” adottarono quel cappello che divenne un simbolo iconico di quell'epoca. La costruzione a 8 pannelli da luogo ad una vestibilità ampia e più piena. Entrambi i cappelli Modern e Arthur sono disponibili in una varietà di tessuti in tweed di alta qualità e sono completati da un caratteristico bottone in metallo. Tutti i cappelli sono imbottiti all'interno per fornire più calore e comfort durante la stagione fredda.

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Per la versione inglese di questo articolo val sul sito Three Stroke Productions

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