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PHIL THORNTON - L'intervista

Come ti sei sentito la prima volta che sei andato allo stadio? Che partita e che anno era?

Ho cominciato a frequentare Anfield Road, la casa del Liverpool FC quando avevo sei anni, 1971; in quel periodo, primissimi anni 70, la KOP era la curva più grande d’Inghilterra e sicuramente la più rumorosa. Affollatissima e incuteva decisamente timore! Fu tutto molto eccitante, una giornata memorabile... anche se dovetti condividere tutto con mio padre! Poco tempo dopo gli rubarono l’auto e così per ben sei anni non andai più allo stadio.

Nel tuo libro “Stadio Olimpico ‘84” è citata tra le trasferte più pericolose di sempre, cosa ci puoi raccontare di questa partita?

E’ stato Peter Hooton (cantante dei “The Farm”, scriveva anche sulla fanzine “THE END”) a descrivere la finale di Coppa dei Campioni del 1984, dove i tifosi del Liverpool furono ripetutamente attaccati dai tifosi romanisti. Quello che successe quella sera a Roma fu una delle cause della rabbia anti-italiana dell’anno dopo a Bruxelles. Molti tifosi inglesi pensano che agli ultras italiani sia concesso dalle autorità di attaccare i tifosi inglesi, e anzi che spesso siano proprio polizia e carabinieri a eccedere nei loro confronti. Tutt’ora c’è molta paura ad andare a Roma o Milano, proprio per la probabilità di avere problemi con i tifosi avversari o con la polizia.

Hai mai seguito la nazionale? L’hai mai messa prima del tuo club?

No, sono un “internationalist/socialist”, non ho mai avuto la passione della Nazionale, anche per ragioni politiche. MI piace molto la nazionale spagnola, composta in gran parte da Baschi e Catalani; adoro la Champion’s League, la migliore competizione mai esistita, meglio anche dei Mondiali o degli Europei: se non giochi in uno 20 top clubs europei non sei nessuno!!!

Quando è stata la prima volta che hai iniziato a pensare al libro “Casuals”? Perché?

Già nel 2001 sottoposi l’idea a delle case editrici che pubblicavano titoli come “Hoolifan”, l’idea venne scartata perché ritenuta troppo rivolta alla moda. Nel 2002 ero a un festival letterario a Liverpool e parlai di questa cosa con Cass Pennant (West Ham), Martin King (Chelsea) e Tony Rivers (Cardiff), i cui libri erano stati pubblicati da Peter Walsh della “Milo Books”; parlai con Peter e lì nacque tutto. Non sapevamo se avrebbe avuto successo, ma per me era un sogno già vederlo stampato. E’stato pubblicato anche in Italia dalla Boogaloo con foto differenti e perfino in Russia!

phil cass casuals

E’ stato difficile raccogliere i commenti dei vari lads per il tuo libro? Qualcuno si è rifiutato?

Molti degli intervistati sono miei amici oppure gente con cui sono entrato in contatto negli anni sul web; più du qualcuno ha invece declinato... ora hanno lavori rispettabili e l’idea di far sapere al mondo il loro passato hooligan non li attraeva molto.

La copertina del tuo libro è diventata l’icona dei “Casuals”. Perchè hai scelto quell’immagine? Quali erano le alternative?

All’inizio avevo scelto il logo della Stone Island, ma la Milo Books che si occupava del design scelse design col Mille Miglia e la sciarpa Acquascutum; la versione definitiva l’ho curata col designer Peter O’Toole. L’ho visto riprodotto su t-shirts, siti internet, addirittura l’English Defence League se ne è appropriata e di questo non ne sono stato felice.. Alla fine di tutto non posso non essere contento di aver ispirato così tanta gente.

Qual è stata l’influenza dei “paninari” sui casuals?

Non credo che all’epoca il look dei Paninari fosse ben chiaro in Inghilterra. Non sapevamo con precisione quale fosse lo stile delle curve italiane, pensavamo fossero un po’ come i nostri skinheads e/o bootboys negli anni 70. Credo sia stata solo una coincidenza quando, verso il 1985/86 alcune marche come Ciao, Chipie, Pop84, Chevignon, Ball e Armani divennero popolari e più facilmente disponibili sostituendo col tempo tutto quello che era tipico dei lads del decennio precedente. Poi quando i Pet Shop Boys nel loro video mostrarono l’abbigliamento vedemmo una certa similitudine nel look anche se penso vestissero ottimi maglioni e giacche ma erano carenti su pantaloni e scarpe

Quale periodo delle terraces e dello stile di vestire preferisci? Perché? (’70.’80, rave period, ’90 etc)

Quelli che preferisco sono gli anni tra il 1977 e l’81, quando davvero usciva qualcosa di nuovo ogni mese e solo stando a Manchester o Liverpool riuscivi a stare dietro a tutto! Ricordo con piacere anche la scena mancuniana di metà degli anni 80, abbigliamento trasandato, jeans a zampa con polo o giacche da golf. Ora penso sia tutto troppo simile al passato.

C’è un capo di abbigliamento senza il quale non partiresti mai?

Direi proprio un paio di Adidas Trainers (Trabs, come le chiamiamo noi), non credo che saranno mai out, tra l’altro ora sono tutti esausti di Clarks e mocassini. Anche Lacoste sarò sempre un must, così come Stone Island o CP Company che ora stanno di nuovo per la maggiore. Molti dei vecchi Mersey Boys stanno riscoprendo le tshirt della Hugo Boss.

Qual’è il tuo brand preferito e perché?

Ci sono buoni marchi in giro attualmente come Albam, Universal Works, Folk, Norse Project che stanno però soffrendo il fatto di essere accostati a look un po’ troppo passati di moda. Mi piace molto la Crojack e, per l’outdoor invernale la Refrigiwear

Cosa ne pensi dei nuovi brands creati dai lads? Come “Peaceful hooligan”, “’80s casuals, “The casual Connoisseurs” etc

Mi piacciono molto. Anche noi qualche anno fa producemmo la nostra maglia “Curva Nord” e ora con Casual Conoisseur stiamo lavorando a un nuovo design “based on dexy’s midnight runner’s ‘searching for the young soul rebels’ LP”. Ricordo con piacere quando nel 2002 conobbi i ragazzi di 80 Casual e ebbi modo di vedere le loro maglie; devo dire che Jay e Dave hanno fatto davvero un bel lavoro  nel corso degli ultimi dieci anni!

cn  Albamppp

Qual è il tuo gruppo musicale preferito? La tua canzone invece?

Il mio gruppo preferito di sempre sono i Funkadelic, anche se non ho avuto mai modo di vederli live; il loro album “Hardcore Jollies” è per me senza dubbio l’album più bello!

Qual è stato il miglio concerto a cui sei stato?

Senza dubbio quello dei Pogues a Liverpool nel 1986 o 87, l’unico concerto dove sembrava di essere ad una partita invece che sotto un palco. Ricordo anche quello dei Beastie Boys, sempre i quegli anni: finì con una mega rissa, gas lacrimogeni e presi una lattina in faccia, fui ricoperto di sangue!

Cosa pensi degli Oasis e del Blu?

Odio gli Oasis, li reputo un gruppo di scarso livello. Preferisco i Blur di cui apprezzo diversa roba. Non mi piace come persona Damon Albarn però è innegabile il fatto che abbia talento.

“Liverpool not for Turist”, cosa dobbiamo vedere quando la visiteremo?

Nonostante io sia un tifoso del ManUtd, vivo a Liverpool (è una lunga storia, la spiegherò nel nuovo capitolo che sto preparando per l’edizione del decimo anniversario di Casuals): è una città non molto tranquilla, anzi specie di notte può essere problematica. La zona tra Duke Street e Seel Street è piena di pub o ristoranti molto carini, qualche bel locale anche verso Lark Lane. Puoi fare un giro verso la zona di Liverpool One oppure in vie più turistiche come Matthew Street, Slater Street e Concert Square. Se passi da queste parti fammi un fischio, ti farò da guida!

casuals phil jj

Da style wars 27/10/2012

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