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La camicia

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Le prime tracce della camicia risalgono ai primi secoli d.C nell’Antica Roma e aveva prevalentemente la funzione di sottoveste, in lino o cotone. Durante il Medioevo come una forma di biancheria intima, il primo strato contro la pelle, che è una delle ragioni per cui le camicie bianche sono diventate così costose: hanno suggerito che un uomo avesse uno status e una ricchezza sufficienti per poter indossare biancheria fresca ogni giorno, che sarebbe stato necessario data la scarsa igiene dei tempi. In effetti, indossare una camicia incontaminata era considerato un sostituto accettabile della pulizia del corpo. Le camicie, di lino o di seta, erano così pregiate che venivano date come regali di prestigio e facevano parte delle doti nuziali. I crociati, successivamente, importano dall’Oriente il “camis”, in uso presso i Persiani, una la camicia con le maniche tagliate separatamente, cucite al corpo lungo i fianchi e con scollatura tonda aperta fino al petto. Col passare dei secoli troviamo tracce della camicia tra le famiglie altolocate della Toscana e successivamente nel secondo Rinascimento, non possiamo dimenticare la moda spagnola del '500 con il colletto a gorgiera, divenuto simbolo di ricchezza e potere in tutte le corti europee, un secolo dopo i colletti si abbassano pur restando bianchi, ne è l’emblema il Re Sole. È appannaggio della borghesia anche nel '700 dove però i Sanculotti sulle barricate di Parigi, sotto ai gilet rigati, indossano una camicia in cotone grezzo, ampia,con apertura profonda sul petto e colletto a listello, un simbolo politico che ritroveremo più avanti… 

L’Ottocento, segna la nascita dell’abbigliamento maschile moderno: l’abito uniforme nel colore e nel tessuto, composto da giacca, pantalone e gilet, trova nella camicia il punto più sensibile, ed anche in questo periodo solo i benestanti la cambiavano regolarmente ogni giorno, poiché un colletto bianco pulito indicava lo status, una menzione speciale va alla camicia o giubba rossa era il segno distintivo scelto da Giuseppe Garibaldi e dai suoi volontari fin dal 1843, quando il patriota radunò a Montevideo 500 italiani, nella Legione italiana, per difendere la Repubblica uruguayana dal dittatore argentino Juan Manuel de Rosas, che voleva conquistarla. Ad incrementare il mito di questo capo furono intellettuali dell’epoca, quali esponenti di un mondo che dedicava cura all’abbigliamento ed al modo di apparire: Oscar Wilde, Gabriele D’Annunzio, Marcel Proust e primo fra tutti, Lord Brummel che coniò il termine dandy, come sinonimo di realizzazione estetica della vita elegante, viaggiatore del mondo. Dall’altra parte dell’oceano il cowboy indossava sempre una camicia a maniche lunghe, a 3 o 5 bottoni frontali, solitamente era in lana nelle stagioni fredde, mentre in estate ci si alleggeriva con camicie senza collo, in stile vittoriano.  

Nel XX secolo gli stili di colletto erano sempre più soggetti alla moda: nel 1900 qualsiasi uomo che si rispetti in città indossava una fascia alta, un muro di 7,5 centimetri di lino rigido inamidato. Negli anni venti va di moda la camicia button down, con due bottoni sulla parte davanti della camicia che permetteva di fissare il colletto evitandone l’arricciamento. Nel Periodo della seconda guerra mondiale non possiamo non citare le camicie nere di Mussolini e le brune tedesche. Con l’avvento dell’Industria e della moda si hanno le più grandi innovazioni come sul colore, anche se queste verranno indossate solo la sera poichè il colletto bianco resterà il must per le ore diurne. Quindi innovazioni dei modelli e nei tessuti come il Jeans che in primis venne indossato dagli attori cinematografici (Marlon Brando e James Dean furono tra i primi), dai ragazzi universitari poi e infine facendo il suo ingresso nel mondo della moda per finire poi usata dagli adolescenti, come forma di protesta. Negli anni '90 in Italia diventano celebri le camice verdi della Lega nord. Oggi, la camicia è tra gli indumenti più diffusi dagli uomini ed ampio è l’uso della stessa da parte del sesso femminile: simbolo, forse, di un’emancipazione tanto combattuta.

  

Anche le sottoculture non restano immuni al fascino della camicia, partendo dai Mods, che ispirati all’Ivy League Look, ossia il modo di vestire delle più prestigiose università americane, fedeli al loro slogan “Adopt, Adapt, Improve” mixano  camice bottom-down, giacche tre bottoni, mocassini e Parka. Il 1969 è poi la volta del movimento  Skinheads, nato tra gli strati del sottoproletariato inglese : le camicie Ben Sherman, parte integrante dell'abbigliamento mod, vennero mantenute da questi ultimi, ma con motivi a scacchi colorati o a righe, meno di frequente quelle a tinta unica. Molti appartenenti a questa sottocultura erano soliti anche recarsi allo stadio, inizia a prendere forma anche il fenomeno Hooligans e le prime camicie a scacchi iniziando a vedersi anche sulle gradinate, in uno stralcio di “Hoolifan” viene destritto molto bene quel primo periodo…

“in quei giorni, i tifosi di calcio del nord e del sud vestivano in modi veramente diversi. Questa era l’era degli Skinheads, ricordatevelo. Così come i tifosi del Chelsea mi avevano impressionato in occasione della trasferta dagli Spurs, minacciosi ma eleganti nelle loro camicie Fred Perry e pantaloni Jungle Greens, fu a questa partita dell’Arsenal che vidi per la prima volta usare in massa la camicia Ben Sherman. I tifosi dell’Arsenal erano quasi tutti vestiti con queste camicie a quadri con bottoni sui colletti ed una striscia di tessuto che correva lungo la schiena, con un gancetto decorativi alla fine. Con i loro capelli accuratamente raccolti, i pantaloni di due tonalità di colore e i mocassini Ivy, pensai che questi sembravano i migliori. Lo United usciva perdente quel giorno, non solo sul campo e sugli spalti, ma anche per quanto riguardava lo stile.”  

Negli eighties l’avvento della “no name thing” sembra spazzarla via, vengono infatti preferiti i brand sportivi, neanche verso la fine di questa decade col periodo rave la camicia trova molto spazio. Ma si sa che la cosìdetta “casual culture” è evoluzione, ed infatti verso metà degli anni ’90 le shirts tornano sulle gradinate, tracce importanti da Euro 96 in poi (anche a maniche corte), le tonalità non sono più quelle di fattura mods o skinheads ma si impongo sempre più i check, in particolar modo di Burberry e Aquascutum. Grazie a Euro 2000 e alla diffusione nel nostro paese di Internet arrivano in Italia le prime foto dei Casuals e i primi “followers” di questo look iniziano a portare prepotentemente nelle curve le prime camicie e lo stile d’oltre manica, prima appannaggio dei mods e skins italiani.  Col passare del tempo anche il quadrettato cede il passo in favore dell’unicolor; ad oggi è possibile vedere di tutto, la cosa che sicuramente a nostro avviso resta è che: “Una camicia è sempre una camicia”.  

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